Da Assotermica: soluzione sostenibile all’emergenza inquinamento
Come noi tutti sappiamo, la qualità dell’aria delle nostre città raggiunge livelli di pericolosità, ben noti anche alle Istituzioni.
Le risposte sono immediate, ma spesso limitate nell’efficacia ed estemporanee, come la riduzione di due gradi dei termostati.
Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici, federata ad Anima, ha costituito un gruppo di lavoro impegnato nell’analisi delle cause inquinanti e nella proposta di nuove soluzioni.
“I due fattori che contribuiscono alla crescita del cosiddetto smog – sottolineano da Assotermica – sono riconducibili al settore del trasporti e a quello del riscaldamento. Con le dovute precisazioni.
Un’indagine di InnovHub ha il contributo all’inquinamento delle caldaie in commercio. Esistono tecnologie più e meno “pulite”, ma ciò che impressiona è il numero di apparecchi installati sul territorio nazionale – circa 19 milioni di pezzi – in larga parte obsoleti e inefficienti. Generatori di calore a biomassa, a combustibili fossili di tipo tradizionale o a condensazione di ultima generazione presentano livelli di emissione molto diversi tra loro nell’ordine di grandezza.
Non si tratta quindi solo di tipologia di apparecchio per il riscaldamento, ma anche di efficienza a seconda della generazione della caldaia. La proposta di Assotermica riguarda i prodotti obsoleti che riscaldano le case italiane. Sull’esempio dell’etichettatura energetica, che indica il grado di efficienza energetica dei nuovi elettrodomestici, edifici e simili, l’associazione propone un’etichetta valutativa della performance energetica da applicare alle tecnologie già installate.
Una misura che è già stata messa in pratica da Germania, Regno Unito e da qualche settimana anche in Austria.
Assotermica ha portato sul tavolo del ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico il progetto dell’etichetta. Alcune regioni si sono già dimostrate interessate, prima fra tutte la Regione Friuli-Venezia Giulia. Necessario è il coordinamento a livello della conferenza delle Regioni in cui portare questi temi. Assotermica auspica anche nell’operatività del Comitato coordinamento ambientale istituito dal governo Renzi e da cui si aspettano proposte e possibilità di confronto sul tema.
Non si tratterebbe di costi aggiuntivi, ma di un’azione collegata alla manutenzione ordinaria obbligatoria già prevista di cui la caldaia necessita. Il manutentore in quell’occasione valuterebbe il performance energetica di facile comprensione per l’utente finale.
Assotermica – concludono – è pronta a fornire una documentazione che supporti il cittadino a decifrare il giudizio della classe di appartenenza del prodotto così da poter compiere la scelta giusta: investire in un nuovo acquisto, recuperabile in parte anche con le detrazioni, e nel tempo risparmiare in bolletta o valutare il mantenimento dell’esistente. Sostituire gli apparecchi obsoleti con impianti nuovi e meno inquinanti sarebbe risolutivo fino a dimezzare del 56% le emissioni attuali e anticiperebbe l’aggiornamento delle direttive europee sui limiti inquinanti di questi apparecchi. Le caldaie a condensazione così come gli apparecchi ibridi (pompa di calore e caldaia a condensazione) sono tecnologie attive che minimizzano le emissioni ambientali. Un servizio alla buona qualità dell’aria”.
la Redazione