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La vision di un system integrator

La vision di un system integrator

S News ha incontrato Matteo Carapellese, CM Casasicura, che ha presentato il suo punto di vista sui bisogni e le necessità che un system integrator dovrebbe essere in grado di soddisfare in questa situazione di mercato.

Da system integrator e progettista, qual è la visione del mercato, quali le necessità, quali i bisogni che un system integrator oggi dovrebbe saper soddisfare?

Innanzitutto, la risposta che bisogna dare in maniera forte al mercato in questo momento, legata ai fatti ed agli episodi di criminalità  che oramai si verificano quotidianamente, è proprio quella di sicurezza “professionale e competente”.
Io credo che un system integrator debba soprattutto fare opera di qualità  nei confronti dei committenti, che siano amministrazioni pubbliche o private, e nello stesso tempo creare anche una sorta di collaborazione con le forze dell’ordine.
Io dico sempre che fare videosorveglianza non significa semplicemente posizionare delle telecamere. Dietro deve esserci un progetto in base a quello che si vuol vedere, a quello che si vuole riprendere. Un system integrator, solo utilizzando il materiale giusto, è in grado di creare una sicurezza reale, il più completa possibile.
Ȉ fondamentale, torno a ripetere, la conoscenza dei dispositivi. Fare sicurezza oggi è molto importante, e creare sinergia con le forze dell’ordine è determinante.
Nel nostro caso, per esempio, ci siamo impegnati parecchio per cercare di creare quella sinergia tra i vari comuni ed indurli a dotarsi tutti di videosorveglianza: non ha senso che nell’arco di quello che possano essere quattro, cinque comuni collegati, solo due abbiano la videosorveglianza e tre no. Se noi abbiamo un collegamento fra comuni, dove la videosorveglianza è stata realizzata in modo professionale e dove c’è sinergia con le forze dell’ordine, sicuramente la deterrenza può essere più forte. Abbiamo cercato di creare una collaborazione anche con i cittadini, e la nostra azienda ad esempio, ha regalato un impianto di videosorveglianza ad un comune che non aveva i mezzi finanziari, per un parco giochi per bambini.

In effetti lei sta proprio parlando della zona del Tigullio, un Case History potremmo dire?

Esatto. Purtroppo, per chi gestisce quel parco, finanziariamente non c’era la possibilità  dell’investimento. Come azienda, abbiamo voluto salvaguardare i bambini, mettere un impianto di videosorveglianza che potesse dare tranquillità. Da parte dei genitori c’è stata una risposta ottima perché se c’è un intruso, se ci sono degli atti vandalici o se si creano delle situazioni in cui abbiamo bisogno di vedere cos’è successo, possiamo farlo. A nostro parere ogni azienda se ha la possibilità  di farlo, dovrebbe mettersi a disposizione e collaborare. Noi adesso usciremo anche con un’altra soluzione innovativa: un istituto di vigilanza tecnologico.
L’istituto si coordinerà  con le forze dell’ordine al fine di non fare andare una macchina a vuoto: tenere sotto controllo un sito di videosorveglianza in diretta, darà  il massimo della sicurezza. L’operatore interverrà immediatamente se qualcuno entrerà  nel sito del cliente, quindi noi chiameremo le forze dell’ordine e diremo che in quel sito c’è un intruso: non ci sarà  più il falso allarme o la falsa partenza, e questo significa anche ottimizzare i soldi dello Stato.

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