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Manutenzione di qualità per la garanzia della sicurezza

Manutenzione di qualità per la garanzia della sicurezza

La falsa manutenzione degli estintori vale da sola più 22 milioni in un settore che muove oltre 2,5 miliardi di euro all’anno.
Verrà presentato martedì 18 febbraio, all’interno della tappa fiorentina del Sicurtech Village, il nuovo schema di certificazione proprietario messo a punto da ICIM, Ente di certificazione indipendente, con l‘obiettivo di verificare che la manutenzione di estintori, idranti, porte tagliafuoco, venga eseguita secondo criteri «di qualità» per la garanzia della sicurezza di tutti: persone, aziende e comunità.

La nuova certificazione ICIM è una risposta all’aumento delle inadempienze e delle frodi, così come attestano i dati di UMAN (Associazione nazionale aziende sicurezza e antincendio federata in Confindustria ANIMA): basti pensare che la falsa manutenzione degli estintori vale, da sola, 22,5 milioni di euro all’anno. La manutenzione di qualità certificata ICIM è rivolta agli operatori dell’intero settore, un mercato potenziale di oltre 2000 realtà diffuse su tutto il territorio italiano.

Il tema della sicurezza riveste ormai un rilevante ruolo sociale. La legge prevede, com’è noto, la manutenzione periodica che verifichi il corretto funzionamento delle apparecchiature e l’applicazione di un cartellino obbligatorio, che viene di volta in volta vidimato, e prevede altresì che venga effettuata una revisione completa a scadenze definite: nel caso degli estintori, ad esempio, ogni cinque anni. Ciò nonostante, numerosi incidenti, anche gravi – assurti, purtroppo, al clamore delle cronache per la perdita di vite umane – continuano a susseguirsi nel nostro Paese, anzi, risultano in aumento per l’emergere sempre più evidente di numerose deroghe alla sicurezza, con false manutenzioni anche presso comunità quali scuole e ospedali.

Il fenomeno non può essere sottovalutato o mascherato dietro alla crisi diffusa, né è possibile essere complici di un rischio estremamente grave. E sono proprio le imprese del comparto a chiedere fortemente di poter essere riconosciuti come operatori qualificati della sicurezza, cui possano affidarsi aziende grandi o piccole che restano, in ogni caso, corresponsabili della sicurezza, ad esempio, sui luoghi di lavoro.

Lo schema volontario ICIM certifica l’affidabilità delle aziende di manutenzione di estintori, idranti, porte tagliafuoco e propone uno strumento assolutamente immediato, un QRCode identificativo della Certificazione che non può essere contraffatto. Il QRCode conferma, infatti, la veridicità del marchio di certificazione ICIM riportato sul cartellino di manutenzione ed è criptato e univoco: per l’azienda, della quale vengono riportati i dati sensibili della certificazione, e per il mercato, che attraverso ICIM può verificare se il cartellino di manutenzione è attivo e originale.

Inizialmente nato come protocollo su base volontaria, da applicare agli operatori della sicurezza per differenziare il loro approccio al servizio rispetto a manutentori che assumono comportamenti scorretti, lo schema di certificazione ICIM non lascia evidentemente nulla al caso: le verifiche presso le aziende di manutenzione riguardano le attrezzature per l’erogazione del servizio, i documenti e l’adeguatezza delle procedure operative, le registrazioni e la tracciabilità degli interventi, la gestione dei ricambi, la verifica dello smaltimento dei rifiuti generati dai servizi di manutenzione, il bilancio tra materiali utilizzati e smaltiti (per capire, ad esempio, se una ditta acquista e smaltisce materiali estinguenti sufficienti al numero di estintori di cui dichiara di aver fatto manutenzione) ecc.; vengono presi in considerazione anche gli eventuali reclami dei clienti, un indice di controllo non trascurabile della qualità degli interventi.

La certificazione si affianca ai controlli previsti dagli Organi dello Stato preposti alle verifiche del rispetto delle leggi e segnala l’efficienza e la correttezza degli operatori all’interno di un panorama di crescente incertezza.

Secondo i dati UMAN, il settore “safety” in Italia muove complessivamente 2,7 miliardi (dato 2012, in calo del -2,4% rispetto all’anno precedente e stimato ulteriormente in calo a fine 2013) anche per il mancato valore a causa della falsa manutenzione – si parla di 5 milioni di euro annui di Iva evasa con la conseguente mancata creazione di 200 posti di lavoro.

la Redazione
 

 

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