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Materie prime: conseguenze conflitto russo-ucraino per aziende della meccanica

Materie prime ed energia: la guerra tra Russia e Ucraina infiamma i prezzi, con il rischio di alimentare la corsa dell’inflazione.

“La situazione geopolitica attuale – sottolinea Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria – avrà ripercussioni sull’intero tessuto industriale, e sul costo della vita in generale per tutte le famiglie italiane. L’aumento dei costi dell’energia e la scarsa reperibilità delle materie prime, iniziata ben prima dell’accensione del conflitto tra Russia e Ucraina, aveva già frenato la ripresa economica iniziata nel 2021, rallentando la produzione e riducendo la marginalità delle aziende. L’industria meccanica parte da una base solida, ma un aumento ulteriore dei prezzi e la possibilità di un “blocco” del mercato russo rischiano di avviare una fase di recessione. In questo momento è necessario che le istituzioni italiane ed europee guardino con attenzione al mercato per frenare le strategie speculative volte a valorizzare le commodities, ormai trattate come veri e propri assets finanziari”.

“In una fase economica già provata dalla persistente penuria di materie prime – proseguono da  Anima Confindustria – dall’irrisolta vischiosità nelle catene di fornitura e dall’esplosione dei costi energetici con le conseguenti tensioni inflattive, l’invasione dell’Ucraina sta generando nuove incertezze e ulteriori preoccupazioni”. “Il timore – spiega Achille Fornasini, professore all’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’osservatorio congiunturale di Anima Confindustria – è che i blocchi produttivi ucraini e le sanzioni contro la Russia possano provocare nuovi shocks sul lato dell’offerta di materie prime e di semilavorati, determinando impatti devastanti sui prezzi e sulle potenzialità di fornitura di commodities necessarie alle nostre filiere produttive.
Già si avvertono i primi effetti del conflitto. Dopo settimane di progressiva flessione, tornano al rialzo le quotazioni delle fonti energetiche fossili, essendo la Russia tra i maggiori produttori mondiali di petrolio e di gas naturale. Ma Russia e Ucraina sono ai vertici mondiali anche nella produzione di alluminio, rame, nickel, ghisa, palladio, grano e fertilizzanti: non a caso i prezzi di queste commodities registrano nuovi records. L’evento bellico è destinato ad aggravare anche i problemi logistici, che lentamente avevano iniziato a rientrare: i porti sul Mar Nero sono infatti a rischio e potrebbero subire blocchi tali da ostacolare le spedizioni di metalli e di altre materie prime fondamentali per le nostre attività industriali. Inoltre, qualora il conflitto proseguisse, nel medio termine si dovranno affrontare anche le conseguenze dei nuovi equilibri geopolitici delineati dai monopoli vantati da alcuni Paesi su molte materie prime chiave e su taluni semilavorati decisivi”, evidenzia Fornasini.

“Si prospetta una fase storica complessa, pervasa dall’indeterminatezza e dall’alta volatilità dei prezzi, che renderà assai problematiche le attività di previsione. Anima Confindustria continuerà a monitorare i mercati tramite l’Osservatorio sulle Materie Prime, uno strumento utile per aggiornare e supportare le aziende della meccanica”, conclude Nocivelli.

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