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ASSIV: la Sicurezza Privata, importante e conveniente per il Paese

ASSIV: la Sicurezza Privata

Assiv, nella persona del suo Presidente, Maria Cristina Urbano, è la protagonista della Cover Story del numero 45 di S News.
Una cover splendidamente singolare per… vari motivi.

Innanzitutto perché, finalmente, c’è una Donna, secondo perché si tratta del Presidente di un’Associazione, l’Associazione Italiana della Vigilanza e dei Servizi Fiduciari.

Sin dalle prime battute si intuiscono immediatamente il passo ed il taglio dell’intervista: chiara, diretta, profonda. Molti i temi che il Presidente affronta con energica determinazione ed al contempo con garbato stile e sincera partecipazione.

Si tratta dei temi vitali della Vigilanza Privata, della Sicurezza Privata. Ad uno ad uno il Presidente li analizza, sviscerandoli sempre in modo propositivo, proattivo, collaborativo nei confronti dell’interlocutore al quale si indirizza. Molti dunque gli spunti di riflessione, e non solo per il settore della Vigilanza, ma per l’intero comparto della Sicurezza.

Buona lettura, quindi!

ASSIV: LA SICUREZZA PRIVATA, IMPORTANTE E CONVENIENTE PER IL PAESE

Presidente Urbano, siamo quasi a fine 2018, un anno dopo l’importantissimo Convegno che, come ASSIV, avevate tenuto al Senato a fine 2017 sul possibile futuro della “Sicurezza Partecipata”. A che punto siamo?
La ringrazio per la domanda, che mi consente di rispondere in maniera diretta, senza preamboli. Siamo allo stesso punto di prima. Abbiamo sperato che il nuovo Governo, ed in particolare il Ministro Salvini, che della Sicurezza del Paese e dei cittadini ha fatto il suo cavallo di battaglia, riservasse la giusta attenzione al comparto Sicurezza Privata, ma così non è stato, almeno per ora. Molti proclami, ma niente fatti, e mi pare che sia andata sprecata un’occasione perfetta per dimostrare come la Sicurezza Privata possa e debba integrarsi con quella Pubblica, per aumentare i livelli di Sicurezza del Paese. Il Decreto Sicurezza è passato senza alcuna apertura al nostro ruolo: e sì che gli spazi ci sarebbero stati! E questo senza alterare in alcun modo i limiti e la natura delle nostre attività. Su questo ultimo tema, Assiv si è spesa, anche nelle passate legislature, con molta chiarezza, proponendo soluzioni di grande efficacia sul piano della Sicurezza e di grande interesse per la Pubblica Amministrazione sul piano dell’efficientamento delle risorse. Pensavamo che la chiusura fosse di tipo ideologico, e che questa fosse superata, ma, ad oggi, non abbiamo segnali di apertura.

In che senso?
Mi riferisco alle nostre iniziative di proposta legislativa sulla Close Protection e sulla Sicurezza all’Estero. L’apertura a compiti di Sicurezza Sussidiaria, non necessariamente rivolta alla tutela del patrimonio, come già succede nei servizi riservati al nostro personale decretato negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni, e sempre sotto il controllo e coordinamento delle Forze dell’Ordine, potrebbe consentire il recupero di risorse proprio per potenziare le Forze dell’Ordine, che sono chiamate a compiti sempre più gravosi e “costosi”, in termini di preparazione ed equipaggiamento. Si tratta di integrazione, e certo non di sostituzione, sull’esempio di molti Paesi Europei e degli USA. Ma anche qui, le nostre iniziative hanno suscitato interesse, ma niente di più. Le resistenze sono fortissime. Faccio solo un esempio: il Decreto Minniti sulla Sicurezza Urbana non prevedeva ruoli per il settore, e dire che da anni collaboriamo con i Comuni  per tutelare il patrimonio comune ed il decoro dei quartieri, con forme sempre più avanzate di supporti tecnologici: mi riferisco ai sistemi di Videosorveglianza di ultima generazione,  ed alle loro molteplici funzioni di raccolta e selezione dati. L’attuale ripresa governativa del Decreto di nuovo ci lascia fuori: si privilegiano forme di partecipazione volontaria di gruppi di cittadini variamente aggregati, ma non si pensa ad un serio progetto di integrazione con le strutture degli Istituti di Vigilanza Privata, capillarmente presenti sul territorio.

Forse perché gli Istituti di Vigilanza sono attività commerciali ed hanno clienti privati?
Il fatto di essere attività commerciali e di avere clienti privati, non confligge con il nostro ruolo pubblico, altrimenti perché il legislatore ha inteso normare il settore in maniera così puntuale, definendo lo status delle GPG quali incaricati di pubblico servizio e le attività come complementari e sussidiarie a quelle delle Forze dell’Ordine?  La nostra presenza sul territorio, con migliaia di radio pattuglie collegate con Centrali Operative, spesso all’avanguardia tecnologica e certificate UNI, ad esempio, e comunque sempre collegate con le Questure, già potrebbe, se messa a sistema, dare un contributo significativo alla Sicurezza diffusa. Se poi si volesse fare un deciso salto di qualità, potenziando gli sgravi fiscali non solo sui sistemi di allarme, ma anche sui contratti di collegamento alle Centrali degli Istituti di Vigilanza, si assisterebbe ad un cospicuo aumento di abbonati, e quindi delle pattuglie a presidio di tutto il territorio, con un conseguente incremento dei livelli di Sicurezza Collettiva. Il minor gettito fiscale verrebbe compensato dal maggior gettito IVA ed IRES, generato dai nuovi contratti, inoltre vi sarebbe un aumento degli occupati nel settore, che sono, non dimentichiamolo, Professionisti della Sicurezza. Anche queste proposte ASSIV, al momento, non sono state accolte, ma vi è fermento su molti territori:  alcuni Sindaci, più illuminati di altri, e trasversali agli schieramenti politici sulla specifica questione, hanno deciso di investire nella Sicurezza Privata, ma le polemiche non mancano, perché la Sicurezza Privata è ancora vista, da una consistente parte dell’opinione pubblica, come una protezione per i ricchi, ed oggi, si sa, la politica è più che mai nelle mani dell’opinione pubblica, che viene orientata più da slogan che da conoscenze. Un impianto anti intrusione con collegamento ad un Istituto di Vigilanza è veramente alla portata della maggioranza delle famiglie e dei piccoli commercianti. E questo è un fatto!

E allora, quale la vostra proposta?
Penso che la politica ci dovrà ascoltare. Se il sentimento di insicurezza, oggettiva o percepita che sia, è uno degli argomenti così sentiti dalla popolazione, ne deriva che la Sicurezza, declinata in molteplici sfaccettature, è un valore  oggi imprescindibile, e la nostra categoria, che è chiamata ad occuparsene in forza di legge, è pronta per assumere qui ruoli di complementarietà e sussidiarietà che proprio le norme le riservano. Di fatto, oggi, portiamo avanti compiti difficilmente sostituibili ed essenziali per il buon andamento della macchina Paese: penso al trasporto ed al trattamento del contante, al presidio di sicurezza di moltissimi obiettivi sensibili (tribunali, ospedali), ai compiti già citati che ci affidano le norme speciali. Il fatto è che la nostra categoria è frammentata, e spesso si muove in maniera non unitaria, senza una precisa individuazione delle priorità degli argomenti ed a volte anche in maniera scomposta nei confronti del decisore.  

E quindi?
Speriamo di riallacciare un contatto stretto con il Ministero dell’Interno, che è il nostro interlocutore naturale, contatto che, allo stato attuale, si è totalmente rarefatto. Non dimentichiamo che la riforma iniziata nel 2008, e che ha avuto come obiettivo la riqualificazione del settore, ha visto, nella sua fase di elaborazione, un lavoro molto serrato di consultazione con tutte le parti sociali interessate. La riforma, purtroppo, non è ancora andata a regime. Sono passati dieci anni, e ancora siamo lontani sia da un accettabile livello di conformità alle norme, sia dalla completezza del quadro normativo/regolamentare tracciato dal D.P.R. 153/2008. Il  mese scorso siamo stati chiamati al Ministero dell’Interno per la presentazione del Database Nazionale degli Operatori della Sicurezza Privata, uno strumento che, se ben utilizzato, sarà di grande aiuto per lo snellimento delle pratiche burocratiche relative al rilascio/rinnovo dei decreti del personale operativo, ma servirà anche per avere il quadro aggiornato di tutti gli IVP (Istituti Vigilanza Privata) presenti sul territorio e delle loro caratteristiche. Una vera rivoluzione… annunciata.
Adesso aspettiamo il Decreto sulla Formazione, ma, anche qui, non siamo stati ancora chiamati a fornire il nostro contributo.

Mi sembra dunque di capire che ci sono importanti questioni aperte, corretto?
Certo. Ci sono a tutt’oggi davvero grandi questioni aperte, che hanno un’influenza diretta sul nostro settore, e sulle sue potenzialità di crescita: penso al mancato adeguamento normativo dell’80% degli operatori che ancora non ha trovato sistemazione, e che continua a creare uno squilibrio fra operatori economici, e ad impedire, di fatto, il progredire della normazione tecnica di riferimento; penso, con una certa apprensione, alla prossima riforma del Codice Appalti, che potrebbe annullare la prescrizione, peraltro spesso violata dalle stazioni appaltanti, della scelta del criterio dell’OEPV per le gare di servizi ad alta intensità di mano d’opera; penso, sopra ogni cosa, alla trattativa per il rinnovo del CCNL di categoria,  tutt’ora in corso , che  risente pesantemente di tutte le criticità enunciate.
Dobbiamo far capire ai nostri interlocutori sia del mondo politico che dell’apparato amministrativo – giudiziario, che il contributo della Sicurezza Privata alla Sicurezza dei cittadini, delle famiglie, delle aziende è importante e conveniente, e questo in un’ottica di complementarietà, non certo di surroga, dei compiti riservati alla Stato, e dobbiamo inoltre ribadire con forza che queste istanze, le nostre istanze, sono lontane dalle spinte corporativiste di un tempo ormai tramontato, ma interpretano le esigenze imprenditoriali di un settore cresciuto, sia in termini qualitativi che quantitativi, e che, nel terziario, crea posti di lavoro e produce ricchezza, produce PIL, del quale il nostro Paese ha tanto bisogno.

Quale il suo messaggio conclusivo, Presidente?
Vorrei concludere con l’auspicio che questo nuovo 2019 porti a delle maggiori aperture nei confronti della Vigilanza Privata da parte del nostro Governo, e lo auguro per un migliore futuro sia del settore, che del Paese.

Buon 2019 a tutti!

a cura di Monica Bertolo

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