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Videosorveglianza: dove saremo tra 5 anni?

Videosorveglianza: dove saremo tra 5 anni?

Videosorveglianza e la sua evoluzione sono i temi al centro dell’indagine realizzata da Ifsec Global rivolta ai key vendors del settore. S News prosegue nel presentarne ulteriori aspetti salienti. Agli intervistati è stato chiesto di guardare ai prossimi cinque anni e di individuare i principali sviluppi che si aspettano. In primo luogo, è stato chiesto di pensare a come saranno gli end-users tra 5 anni.

La risposta è stata che ci si aspetta che i dipartimenti IT giochino un ruolo via via più fondamentale nelle decisioni che includono le specifiche e l’approvvigionamento di sistemi di sicurezza. Anche gli altri dipartimenti avranno voce in capitolo. Le organizzazioni diventeranno meno isolate, poiché un numero maggiore di operazioni di business ha compreso l’importanza dei sistemi di sorveglianza. Con quale portata ciò accadrà cambierà a seconda del business in questione. Comunque, qualsiasi cosa accada, i dipartimenti security dovranno includere l’IT fin da subito, altrimenti non vi sarà mai un processo del tutto sicuro.

I dipartimenti IT stanno incrementando la loro influenza mano a mano che la sicurezza informatica e quella fisica convergono. Installando i VMS, ad esempio, i dipartimenti IT vogliono che siano integrati con i propri information management systems. In ogni caso, incrementare la collaborazione dipende molto dall’abbattimento delle barriere tradizionali esistenti tra dipartimenti IT, security e facility management.

Il bisogno di una maggiore cooperazione sarà orientato da edifici smart e connessi, poiché le videocamere diverranno elementi di un intero host di “super sensori” all’interno di un edificio o di edifici.

VIDEOANALISI
Si prevede che l’uso della videoanalisi continui a crescere nei prossimi anni. Ciò è dovuto in parte alla riduzione nel costo dell’analytics, in parte al miglioramento degli algoritmi. La videoanalisi si trova sempre più in prodotti edge-based, come le telecamere, riducendo il bisogno di servers costosi e di larghezza di banda per processare video in live. Inoltre, anche il crescente impiego del cloud indica che c’è meno bisogno di servers fisici.

Anche l’accuratezza dell’analytics è migliorata notevolmente, sia grazie al machine learning che alle organizzazioni coinvolte nel controllo dei sistemi di analytics, (come, fanno notare da Londra, il Centro per la Protezione dell’Infrastruttura Nazionale, il CPNI, del Governo britannico). Viene catturato un maggior numero di metadati, dando un contesto più preciso ai video per aumentarne l’efficienza operativa.

La videoanalisi indica che è presente un approccio sempre più proattivo alla security e agli altri obiettivi di business: non si tratta più solo di analisi forense. Ulteriori benefici per il business spaziano da dati via via sempre più ricchi, a caratteristiche come la mappatura del calore, il conteggio persone e la rilevazione del linguaggio del corpo. Si può dire che vi è un vero ritorno agli investimenti nei sistemi di sicurezza, mentre prima erano forse considerati una spesa fatta “malvolentieri”.

E IL COVID-19?
I partecipanti sono stati generalmente concordi nell’affermare che sia difficile prevedere gli effetti a lungo termine del COVID-19 sul mercato della videosorveglianza. La crescente adozione della videoanalisi era visibile già prima della pandemia, ma è difficile dire se si vedranno degli sviluppi specifici per supportare misure di sicurezza future.

Al momento, gli effetti potenziali includono:
• uso dei sistemi di sorveglianza per facilitare le esperienze contactless
• le autorità locali e la polizia potranno forse impiegare i sistemi per monitorare le folle e per far rispettare il distanziamento sociale, influenzando probabilmente la fornitura delle smart cities.
• L’accesso remoto ai sistemi può crescere, dato che molte persone non si trovano in ufficio/nell’hub: ciò richiederà più trasparenza nell’accesso.
• La pandemia forse orienterà l’adozione dell’analytics nella videosorveglianza per migliorare la sicurezza pubblica.

Un partecipante è stato del parere che ci potrà essere un aumento nella domanda di apps per la sicurezza pubblica, che potrebbero essere migliorate tramite integrazione audio/video.

INTEGRAZIONE
L’integrazione con altri sistemi sembra essere in prima linea nella mente dei professionisti della sicurezza.
L’interoperabilità e l’openness sono all’ordine del giorno: diversi vendors si sono interrogati sui diversi argomenti.
• conformità ONVIF
standardizzazione in termini di comunicazione
• capacità di lavorare con le roadmaps cloud degli end-users
• capacità di operare come parte di un processo unificato di gestione dell’edificio

Gli intervistati sono stati del parere che la possibilità di integrare la videosorveglianza con gli altri sistemi di security o di gestione dell’edificio è stata una tendenza in crescita.

Guidati dall’esigenza da parte degli end-users di un numero crescente di operazioni di business integrate in una piattaforma, i sensori all’interno dei sistemi di videosorveglianza sono ora in grado di fornire un’ulteriore intelligenza pronta all’uso, che opera insieme al controllo accessi e all’antintrusione.

Diversi vendors hanno notato che è stato importante avere piattaforme aperte e APIs (Application Programming Interfaces) quando l’obiettivo erano le soluzioni integrate su una piattaforma unificata. È stato evidenziato che le piattaforme standardizzate, in ultima istanza, renderanno più semplice per i system integrators, gli installatori e gli end-users assimilare nuovi dispositivi e sistemi tra loro, a beneficio dell’intera industria.
Molti credono che tutto ciò sia parte dell’“evoluzione naturale” della security, che non opera più in comparti tradizionali, ma è gestita e analizzata come una soluzione integrata d’insieme, che può contribuire nel giustificare le spese e un chiaro ritorno all’investimento.

la Redazione

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