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Droni a che punto è l’Italia? Al Politecnico un Osservatorio

Droni a che punto è l’Italia? Al Politecnico un Osservatorio

Droni: nasce alla School of Management del Politecnico di Milano, unendo le competenze dei Dipartimenti di Ingegneria Gestionale e di Scienze e Tecnologie Aerospaziali, un Osservatorio per mappare la filiera, le applicazioni e i trends.

Questo perché il settore è in crescente grande espansione.

Secondo Goldman Sachs, il mercato dei droni supererà nel mondo i 100 miliardi di dollari entro il prossimo anno, quando ne saranno prodotti oltre 5 milioni: quasi il doppio di quelli realizzati nel 2017, ovvero 3 milioni (n.d.r. Fonte: Teal Group).

Insomma, una vera e propria invasione, un fenomeno massivo che non si può ignorare; anzi, va tenuto sotto stretta osservazione per capirne dinamiche, andamenti, utilizzi, costi e benefici. E questo, specialmente in Italia, dove il mercato è solo agli inizi, ma l’interesse suscitato dal fenomeno e gli investimenti che si stanno mettendo a budget lasciano presagire sviluppi interessanti in moltissimi campi di attività, sia in ambito industriale e agricolo che nei servizi, dalla logistica ai trasporti alla sicurezza.

É partendo da questi assunti che gli Osservatori Digital Innovation della School of Management e lo “Aerospace Systems & Control Laboratory” del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano hanno dato vita all’Osservatorio Droni, che intende diventare un punto di riferimento nazionale per lo studio e il monitoraggio degli UAS, in rapida crescita ma anche in costante evoluzione, sia per numero di macchine prodotte che per applicazioni sviluppate.

L’Osservatorio analizzerà lo stato dell’arte in Italia, abiliterà confronti internazionali, produrrà dati e modelli basati su solide evidenze empiriche e identificherà spazi di sviluppo e innovazione in termini tecnologici, di mercato e normativi. “Già numerose aziende e istituzioni – sottolinea Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – sono a bordo del progetto, a testimonianza di quanto sia sentita l’esigenza di capire bene le reali opportunità offerte da questa nuova industria, conoscerne la non facile normativa, valutare le relazioni e le interdipendenze tra gli attori della filiera, confrontarsi sugli usi reali e possibili e sugli aspetti più prettamente tecnici”.

La ricerca coinvolgerà infatti i principali attori dell’industria dei droni (produttori e fornitori di servizi), le aziende utilizzatrici attuali e potenziali e le istituzioni a vario titolo chiamate in causa e confluirà in un Report che ne mapperà l’ecosistema e le applicazioni, analizzerà il mercato nazionale e internazionale, identificherà i trends tecnologici e valuterà gli aspetti normativi. Già oggi sono moltissimi i campi di utilizzo dei droni, ma sono ancora poche le aziende che se ne servono, ad esempio a uso commerciale (solo il 10% di quelle che fatturano oltre 50 milioni di dollari, secondo Skyward).

Gli ambiti “consolidati” riguardano le riprese e le fotografie aeree a scopo cinematografico o turistico, vari aspetti dell’agricoltura, ma anche, per la possibilità di ricevere immagini e dati in tempo reale, le attività di sorveglianza e sicurezza del territorio, delle persone e dei beni, dal monitoraggio delle frontiere al contrasto al bracconaggio e alla criminalità, dalla gestione del traffico e dei rifiuti al controllo delle manifestazioni ad alta partecipazione.

Applicazioni innovative ma non meno interessanti, su cui già si assiste a sperimentazioni, sono legate a  ispezioni che possono risultare pericolose o complesse da effettuare (linee elettriche ad alta tensione,  turbine eoliche, impianti solari, ponti e infrastrutture), ad attività di ricerca e soccorso in caso di catastrofi naturali senza esporre esseri umani a rischi ulteriori, alla logistica, ad esempio per portare cibo e medicinali in luoghi pericolosi o difficili da raggiungere, per le operazioni di inventario di magazzino o anche per consegne veloci, economiche e rispettose dell’ambiente.

la Redazione
 

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