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Retail e Business Intelligence (seconda parte)

Retail e Business Intelligence (seconda parte)

Ecco la seconda parte dell’approfondimento sul settore Retail a cura di Pietro Tonussi, Business Developer Manager Southern Europe Axis Communications.
La prima parte al seguente link, cliccare qui.

NEGOZIO SU STRADA VS NEGOZI ON LINE
Parlando di tecnologia disponibile per il mondo Retail, oggi, appunto, non ha più senso distinguere le applicazioni di non security e business intelligence: operation e merchandise sono le due macroaree dove la business intelligence si sta concentrando.
Se ci domandiamo chi abbia dato questa “scossa” ai retailers, spingendoli a occuparsi di questioni non solo legate alla sicurezza, la risposta appare ovvia: il primo loro concorrente, ovvero i negozi online.
Questi ultimi infatti conoscono perfettamente il profilo dei propri clienti, che lasciano ogni tipo di dati su di loro e sulle preferenze di shopping, cosa che i negozi su strada non possono sapere, avendo così bisogno di un “aiuto tecnologico” per competere in questo contesto sempre più difficile e concorrenziale. Le funzioni cosiddette di “operation” sono il people counting, dwell time (il tempo di permanenza di fronte a una data zona), l’out of the stock on the shelf (che segnala la mancanza del prodotto sull’espositore), queue control (controllo della coda alle casse): sono tutti elementi che possono aiutare il retailer nel soddisfare il cliente e migliorare il servizio al cliente stesso.
In questo ambito Axis Communications offre, attraverso i suoi partner, una vasta gamma di applicazioni che possono essere installate a bordo telecamera grazie alla piattaforma ACAP, che è disponibile sia su telecamere che su encoder.
Queste applicazioni possono fare la differenza nella “sfida” tra negozi tradizionali e quelli online. Ad esempio, uno store sul web sa perfettamente quali sono le pagine che un utente ha visitato e quindi il settore merceologico che più interessa; stesso discorso per il numero di pezzi a stock, perché in tempo reale è possibile sapere se un prodotto sia ancora disponibile, in che modello, colore e quantità.
Citando alcune applicazioni che permettono anche i negozi tradizionali di entrare in possesso di questi
dati, grazie al contributo delle telecamere di rete, troviamo: l’heat map, il traking, il people profiling (un algoritmo molto simile a quello dei negozi online, quando un utente lascia volontariamente i suoi dati): quest’ultima è un’applicazione che permette, attraverso la telecamera, di profilare i clienti di un punto vendita. Indica infatti il genere, l’età e altri dati morfologici di chi entra in un negozio o in una certa fascia oraria, ecc. L’applicazione ACAP heat map insieme a quella del tracking, che permette di osservare il movimento della gente all’interno del negozio attraverso delle linee continue, forniscono allo store manager dati importanti sull’andamento del business del suo negozio.
Fino a qualche tempo fa, le telecamere erano percepite come un prodotto “invasivo” e “poco desiderato” per una serie di motivi: in primo luogo perché venivano percepite solamente come un oggetto di controllo, specie dai dipendenti, che le consideravano poco rispettose della loro privacy; in secondo luogo anche per il costo fisso e per l’installazione stessa, un investimento che non tutti riuscivano a giustificare.

Oggi, tuttavia, si sta prendendo coscienza del fatto che la telecamera sia in grado di aiutare il business, per far funzionare meglio il proprio esercizio e, sintetizzando, diventa utile per conoscere il proprio cliente. In definitiva una tecnologia con cui è possibile ottenere i famosi big data che un negozio online di fatto riceve gratuitamente: dati su tutti, da tutti ed in ogni contesto di vendita.
Sapere quanta gente entra nel punto vendita e quanti scontrini vengono battuti, è già di per sé una statistica molto importante per capirne la redditività.
Ad esempio, un’applicazione di people counting può sviluppare dei dati molto utili sul numero di persone che entrano ed effettivamente acquistano un certo prodotto.
Se la telecamera viene sfruttata in maniera corretta, può diventare davvero un oggetto fondamentale non solo per la sicurezza tout court del punto vendita, ma anche per la sua redditività.
Il cambio di mentalità a cui stiamo assistendo nei retailers è quello di considerare la telecamera come uno strumento di business, non solo un “semplice” costo per una funzione di sicurezza.
Ovviamente non bisogna dimenticare la safety dei clienti e degli impiegati. Ad esempio in una gioielleria questo è fondamentale, per far sì che dipendenti e clienti si sentano al sicuro.

 

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