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Women in Security: Federica Chiesa e la sicurezza nel lusso

Women in Security Federica Chiesa

La rubrica Women in Security di S News, in collaborazione con WIS – Women in Security ed ASIS Chapter Italy, ospita Federica Chiesa, per approfondire la sicurezza nel mondo del lusso, essendo l’ospite Business Continuity Senior Manager presso Kering Italia SpA.
La rubrica Women in Security nasce per esaminare le tematiche del Security Management con un’ottica anche al femminile, grazie ad una serie di interviste rivolte a professioniste che si distinguono nel panorama attuale del settore.

“Federica, nella sua posizione – sottolinea Anna Villani, Referente italiano WIS di Asis International e madrina del progetto – si occupa di progetti di Business Continuity all’interno del Gruppo Kering con l’obiettivo di redigere piani che permettano all’Azienda, di fronte a un’interruzione dell’attività, di esser pronta a rispondere, il più rapidamente possibile, continuando a fornire servizi essenziali. Prima di questa esperienza si è occupata di Supply Chain Security, in Gucci, per 10 anni. Amante dei viaggi, non appena ne ha l’occasione ama partire per nuove avventure in giro per il mondo con la sua famiglia”, conclude Villani.

Procediamo quindi approfondendo la figura del Business Continuity Senior Manager nel mondo del lusso con Federica Chiesa.

Come è nato l’interesse per la Security e perché ha deciso di impegnarsi in questo settore?

L’interesse per questo settore è maturato nel corso degli studi universitari, frequentando la Facoltà di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano e in particolare il corso di laurea in “Criminalità e Sicurezza”.
Al temine del percorso triennale, grazie ai primi incontri proprio in Università con esperti del settore, ho deciso che avrei proseguito gli studi con l’obiettivo di conseguire una laurea magistrale, ma affiancando la formazione in aula a un’esperienza lavorativa. Dopo un periodo di stage nella Direzione Security di Pirelli, ho avuto il grande privilegio di esser assunta nel Dipartimento Security di Gucci, nel quale sono poi rimasta per 10 anni, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità.

Quali i temi caldi che si trova oggi ad affrontare all’interno della struttura security di una realtà del lusso, come l’azienda nella quale lavora?

Qualche anno fa, era il 2017, mi sono fatta promotrice all’interno dell’Azienda in cui lavoro oggi, ovvero Kering Italia, della necessità, dal mio punto di vista, di estendere il perimetro delle attività oltre a quelle che erano le tipiche tematiche affrontate in quel momento nell’ambito security. Ho così avviato in questi ultimi anni diversi progetti di Business Continuity, all’interno del Gruppo Kering.
Ritengo infatti che un approccio supportivo al business, focalizzato sul continuo presidio dei suoi processi critici e rischi specifici, in un contesto governato da incertezza, sia fondamentale non solo per la sopravvivenza delle aziende, ma anche per il loro prosperare.

Oltre alle conoscenze e competenze, quali le soft skills che maggiormente contribuiscono ai risultati nel suo ruolo?

Mai come in questi ultimi anni, credo sia importante avere un atteggiamento resiliente verso eventi che spesso vanno oltre ogni nostra possibilità di controllo.
La capacità di assorbire lo stress da un lato e la proattività verso soluzioni a volte impensabili, fino a poco tempo prima, sono aspetti che rendono le nostre professionalità vincenti.
Il tutto, ovviamente, deve essere accompagnato da una formazione costante e da un esercizio continuo delle capacità di gestire eventi avversi.

Quali a suo avviso i supporti che potrebbero contribuire a migliorare le performances del ruolo, anche in ottica di welfare aziendale?

Mantenere un adeguato work-life balance credo sia una delle sfide più rilevanti che un’azienda è chiamata a fronteggiare, in relazione al benessere dei propri dipendenti.
Per ognuno di noi questo si declina però in modo diverso e trovare una misura che accontenti tutti è ancor più sfidante.
Sicuramente, per quanto mi riguarda, aver la possibilità di lavorare per obiettivi, con orari flessibili e con un giusto bilanciamento tra lavoro in presenza e da remoto, credo sia la soluzione vincente.

A suo parere, come vede il futuro di questa professione anche in ottica al femminile e quali i consigli che si sente di dare alle future security managers che desiderano intraprendere questa carriera?

All’inizio della mia carriera ho avuto il privilegio di essere una giovane donna in un ambiente tipicamente maschile e con un’età media più alta della mia (a quei tempi!).
Ho parlato di privilegio, perché ritengo che quella condizione mi abbia fortemente motivata e mi abbia permesso, essendo spesso guardata quasi con scetticismo, di dimostrare fattivamente le mie capacità.
Indubbiamente non è stato facile costruirsi credibilità e riconoscimento. Sicuramente mi sono scontrata con più di uno stereotipo, ma a distanza ormai di diversi anni, posso dire di esser estremamente soddisfatta del mio percorso e, soprattutto, di come l’ho affrontato.

Tenacia e capacità organizzative mi hanno anche permesso di affiancare a questo percorso professionale la costruzione di una famiglia e sono oggi, oltre che manager, anche moglie e madre di Emma e Lorenzo, gemelli ormai 13enni.

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