Umberto Saccone: Criminalità, Sicurezza e Turismo
Umberto Saccone, Presidente di IFI Advisory e Referente Scientifico del Corso Executive “Security Risk Management” della Luiss Business School, relatore alla conferenza “Sicurezza fisica e sicurezza digitale nelle strutture ricettive”, che si tiene al BTM 2022 di Taranto, presenta l’approfondimento che segue su “Criminalità, Sicurezza e Turismo”.
Buona lettura!
Criminalità, Sicurezza e Turismo
I turisti sono sovente esposti a varie minacce alla propria incolumità e al patrimonio in relazione a fenomeni quali il terrorismo, la criminalità e la carenza di informazioni precise sul contesto locale di riferimento; nell’ipotesi in cui un turista rimanga vittima di lesioni psicofisiche e/o patrimoniali a seguito dell’attività criminale di terzi (es. una rapina, un’aggressione, un rapimento, un attentato ecc.) possono discendere responsabilità legali e reputazionali in grado di pregiudicare l’operatività dell’intera filiera e di far venir meno quella percezione diffusa di sicurezza che dovrebbe essere alla base di un turismo in espansione.
Date le premesse, l’impatto più significativo del crimine su una destinazione turistica è l’immagine negativa della destinazione, con conseguente riduzione della domanda turistica. L’analisi dell’impatto delle minacce criminali sul turismo assume il ruolo di elemento chiave in qualsiasi progetto imprenditoriale sul tema con particolare riguardo all’impatto reputazionale a cui sono esposti gli operatori turistici.
La reputazione di un Paese, come quella degli individui, è data dalla percezione delle sue qualità, dalle esperienze dirette, dagli stereotipi più diffusi, dalla strategia di comunicazione e dalle classifiche mondiali e nazionali di riferimento, composte perlopiù, come già evidenziato, da una media tra differenti indici di competitività che includono sempre le statistiche relative alle “condizioni di sicurezza”, critiche e migliorabili nel caso dell’Italia.
Livelli di impatto reputazionale
L’impatto di una cattiva reputazione legata all’insicurezza produce effetti dannosi in tutti i settori economici coinvolti, sebbene tale danno risulti amplificato nel settore turistico fondato in particolar modo su un circuito virtuoso di stima, ammirazione e fiducia da parte del turista.
A tal proposito, lo Studio “Country RepTrak” del Reputation Institute ha introdotto un ranking reputazionale dei principali Paesi globali e ha calcolato che ad ogni punto di incremento nel ranking corrisponde una crescita del 3% del numero dei viaggiatori in arrivo nel Paese [1]. Lo Studio pone l’Italia al 14° posto del ranking reputazionale, fuori dalla “top ten”, dietro Austria, Giappone e Spagna.
Tra gli elementi avversi alla reputazione dell’Italia nel mondo si annovera la stampa (italiana e straniera) che talvolta fornisce un quadro scoraggiante (e spesso distorto) delle problematiche di sicurezza di alcune delle principali mete turistiche italiane [2], cagionando rilevanti danni reputazionali all’intera filiera difficilmente quantificabili, tenendo conto delle statistiche evidenziate. A tal proposito, secondo un’indagine di Confesercenti [3] la prima causa deterrente indicata dai turisti nei confronti del nostro Paese è la pericolosità sociale e criminale, intesa come una cattiva “fama” che si è consolidata nel tempo, un’immagine negativa che pesa nelle valutazioni dei turisti.
L’analisi di impatto reputazionale della pericolosità sociale e criminale di un Paese va distinta nella sua duplice accezione di:
- impatto a livello macro, che si riferisce agli effetti del fenomeno criminale sulla Società in generale, sulla comunità sociale o sulla destinazione turistica;
- impatto a livello micro, con riferimentoagli effetti del fenomeno criminale sui singoli individui.
Tendenzialmente, l’impatto della pericolosità sociale e criminale assume la massima intensità in due possibili scenari negativi:
- guerra civile e/o pandemia diffusa in grado di comportare una drastica e permanente riduzione della domanda turistica: si tratta di scenari generalmente caratterizzati da improvvisi e radicali cali della domanda turistica e dalla presenza di ampie evidenze post-evento in grado di quantificarne l’impatto sul breve periodo;
- concorso tra microcriminalità diffusa e Istituzioni pubbliche/operatori turistici indifferenti alle sorti del turista: in questo caso le evidenze sul breve periodo sono minori poiché l’emorragia di turisti è sfumata e persistente sul lungo periodo.
A sua volta, la microcriminalità diffusa può variare il proprio impatto in base alla natura violenta e non violenta, ha effetti molto diversi sui turisti: la criminalità violenta, tra cui rapina, aggressioni, stupri o omicidi ha effetti molto più negativi sui turisti rispetto ai reati di proprietà, soprattutto se i beni rubati hanno un valore inferiore.
Le conseguenze negative di uno dei suddetti scenari includono il danno di immagine, la riduzione della domanda turistica e il conseguente calo diretto delle entrate: si pensi al caso dell’Egitto che ha registrato circa 1 miliardo di dollari di minori entrate nel 1992 dopo che alcuni estremisti musulmani hanno attaccato i turisti stranieri, oppure, nello stesso anno, al caso di Los Angeles che ha perso almeno 1,5 miliardi di dollari di entrate turistiche anche a causa delle notizie relative ai fenomeni di guerra tra bande e agli scontri in piazza tra polizia e manifestanti (Crotts 1996).
Una percezione di pericolosità sociale e criminale diffusa nel Paese incide sul comportamento e sulle scelte del turista che tenderà a orientare le proprie preferenze e ad annullare ovvero evitare prenotazioni di viaggio anche sulla base delle incerte condizioni di sicurezza che quel Paese offre ai visitatori.
Statistiche e percezioni rilevanti
Una delle principali conseguenze negative del calo degli arrivi è la conseguente riduzione delle entrate pubbliche derivanti dall’indotto turistico e il taglio di dipendenti pubblici e privati essenziali per il funzionamento del settore turistico; inoltre, la riduzione delle entrate potrebbe influire sulla qualità e la manutenzione delle infrastrutture pubbliche.
Allo stesso modo, l’insicurezza di una destinazione incoraggerà gli investitori a investire fondi in altre destinazioni o in altri settori. Gli effetti sul Paese in cui si trova la destinazione sono intuitivamente molteplici: meno turisti in primo luogo significano meno entrate, ma anche meno tasse che vengono raccolte dai visitatori.
Il flusso di turisti e la tutela dell’immagine di una destinazione sono significativamente influenzati dai media, fonte primaria delle prime impressioni del turista sulle destinazioni di interesse. È innegabile che i media dispongano del potere di consacrare o screditare una meta turistica rinomata, attraverso la trasmissione di notizie su fenomeni criminali in grado di influenzare le percezioni del turista sulla pericolosità della destinazione.
Si pensi, a titolo esemplificativo, al fenomeno delle continue sparatorie a New Orleans negli anni ’90 che hanno contribuito alla creazione dell’immagine di New Orleans come città insicura, determinando un forte calo del numero di arrivi turistici, oppure al fenomeno delle guerre tra cartelli del narcotraffico che hanno avuto un forte impatto negativo su alcune delle principali destinazioni turistiche del Messico. Il cambiamento dell’immagine negativa è per lo più duraturo e costoso e necessita di varie attività di marketing volte a creare un’opinione positiva nei confronti dei media, della comunità locale e dei potenziali consumatori, unitamente a una politica di riduzione dei prezzi e alla creazione di nuove attrazioni turistiche.
Ne discende che l’impatto dei fenomeni criminali sul comportamento dei turisti impone alla filiera di adottare adeguate contromisure volte alla prevenzione dell’impatto reputazionale.
Possibili Contromisure
L’adozione di contromisure in relazione alla mitigazione del rischio reputazionale è caratterizzata dalla necessità di concertare sforzi significativi per garantire un ambiente sicuro per i turisti, tramite la concertazione di tutte le parti interessate: industria del turismo, comunità locale, autorità nazionali, Pubblica Sicurezza ecc.
A titolo esemplificativo si consideri il caso dell’Irlanda dove a partire dal 1994 è stato istituito un servizio di assistenza che fornisce ai turisti vittime di crimini un supporto pratico in ogni aspetto connesso all’evento. Tale supporto comprende indicazioni per alloggi di emergenza, sostituzione di documenti rubati e contatto con banche, ambasciate e compagnie aeree per conto delle vittime, oltre ai contatti con le compagnie assicurative.
In diverse località turistiche internazionali, le Autorità forniscono c.d. secure tips sulla criminalità legata al turismo in modo chiaro e semplice per consentire l’identificazione di problemi di sicurezza e il controllo di possibili rischi, unitamente alla diffusione dei contatti delle forze di polizia in caso di commissione di un reato. La casistica esaminata dimostra il ruolo essenziale della cooperazione tra i vari stakeholder coinvolti nell’industria del turismo (operatori, comunità locale, autorità nazionali, polizia e agenzie statali) nelle attività di prevenzione e repressione del crimine nel turismo e l’apporto fornito dalla tecnologia al perfezionamento di queste sinergie. Solo attraverso l’azione congiunta di varie parti interessate è dunque possibile prevenire l’insorgenza di reati e offrire ai turisti una vacanza sicura.
di Umberto Saccone
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[1] https://www.primaonline.it/wp-content/uploads/2017/07/Reputation-Institute-Country-RepTrak-2017.pdf
[2] https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/22/napoli-nella-classifica-delle-10-citta-piu-pericolose-del-mondo-retromarcia-del-sun-corretta-cartina-e-articolo/3746836/
[3] https://www.confesercenti.it/blog/turismo-italia-e-ancora-il-bel-paese-8-europei-su-10-vorrebbero-visitarla/