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Umberto Saccone: Ghost Detainee, Abu Omar e le extraordinary renditions

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Tanti gli incarichi e i ruoli ricoperti sino ad oggi da Umberto Saccone, Leader EY (Ernst & Young) e Adjunct Professor alla LUISS Business School, già dirigente del SISMI.

L’occasione di essere investito di un nuovo ed ulteriore compito si è presentata di recente, per il docufilm Ghost Detainee su Abu Omar.

S News, all’indomani della premiere del documentario di Flavia Triggiani e Marina Loi, presentato il 5 febbraio a Milano presso il cinema Colosseo alla presenza di  Stefano D’Ambruoso, Luca Fazzo, Armando Spataro, incontra Umberto Saccone.

Perché, professor Saccone, ha deciso di partecipare alla realizzazione del docufilm Ghost Detainee su Abu Omar?

Il silenzio è l’amico certo, l’unico compagno fidato. L’arma più potente in mano agli uomini dell’intelligence. Ma talvolta bisogna prendere la parola per evitare che alcuni, per proprie scelte politiche o per scarsa conoscenza delle dinamiche interne ai Servizi, prendano la parola infangando e screditando una Istituzione che merita rispetto. Parafrasando il Presidente Scalfaro sarei portato a dire “io non ci sto” e per questo ho accettato ben volentieri di partecipare al docufilm di Flavia Triggiani i e Marina Loi che, con garbo istituzionale, hanno contribuito a rendere chiara la vicenda con equilibrio, ricercando la verità storica che difficilmente aleggia nel mondo dell’informazione. In questo caso Carlo Bonini e Luca Fazzo, due giornalisti di punta, seppur da due punti di vista contrapposti hanno reso omaggio ad un’informazione corretta senza sgarbi gratuiti molto ben amalgamati ad un contesto dove è stata ricercata l’oggettività, parlando di un tema ad elevata sensibilità come quello delle extraordinary renditions e delle relazioni Italia-USA.

Per i non addetti ai lavori, ci spiegherebbe in che cosa consiste la pratica delle extraordinary renditions?

Un’extraordinary rendition è un’azione sostanzialmente illegale di cattura/deportazione/detenzione, clandestinamente eseguita nei confronti di un “elemento ostile“, sospettato di essere un terrorista. Tutte queste attività sono negli Stati Uniti costituzionalmente vietate. È per questo motivo che hanno adottato lo strumento del trasferimento in Paesi terzi dove sono assenti regole relative ai diritti umani.

Quale presidente USA le ha introdotte?

L’extraordinary rendition costituiva una prassi attuata sin dagli anni immediatamente precedenti l’11 settembre, quando al vertice della CIA si trovava George Tenet. Lo stesso Tenet aveva rivendicato, di fronte al Congresso USA, di aver eseguito “70 renditions prima dell’11 settembre”.

Quando si sono inasprite?

Pochi giorni dopo gli attacchi dell’11 settembre, il Presidente Bush ha emanato una direttiva che autorizzava la CIA a condurre tali “extraordinary renditions” senza alcuna autorizzazione preventiva né della Casa Bianca, né del Dipartimento di Giustizia.
Subito dopo essere stato eletto nel 2009, il presidente Obama emise un ordine esecutivo che rigettava la tortura e ordinava la chiusura dei centri di detenzione segreta della CIA. Tuttavia, tale ordine esecutivo non ripudiava le extraordinary renditions.
Nel corso della presidenza Obama, tra 2009 e 2012, la Senatrice Dianne Feinstein avviò una commissione di indagine sulle tecniche di interrogatorio utilizzate dalla CIA nei confronti delle persone imprigionate, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Il rapporto finale svelò al mondo i metodi brutali, immorali ed inefficaci adottati dagli agenti.

Parliamo quindi dei rapporti tra intelligence di vari Stati, in particolare quelli tra Italia e USA?

Una delle massime più ripetute tra chi si occupa di spionaggio ci ricorda che non esistono servizi di intelligence amici, ma solo servizi di intelligence di Paesi amici. Ancora oggi non è difficile trovarne conferma. I servizi segreti israeliani sono considerati tra i più aggressivi nel cercare di carpire segreti ai loro colleghi americani e gli stessi americani avevano un informatore all’interno dei servizi segreti tedeschi, servizi che gli americani stessi avevano creato e controllato all’inizio della Guerra Fredda. Nel 1985-1987 l’Ammiraglio Martini organizzò una sorta di golpe in Tunisia, creando le condizioni affinché Ben Ali succedesse, come capo di Stato, al vecchio Bourguiba. Ebbe qualche problema col suo collega francese, il capo della DGSE René Imbot, che avrebbe voluto gestire lui il problema. Martini lo ignorò. Ma poi ritornò tutto normale.

Per quanto riguarda le renditions che sono state effettuate negli altri Paesi occidentali, cosa ci può dire?

Dopo l’11 settembre 2001, con la motivazione della lotta al terrorismo, la CIA ha effettuato numerose operazioni in Europa e in diversi Stati del mondo.

  1. In Germania, nell’ambito di alcune inchieste giudiziarie sulle extraordinary renditions, nel febbraio 2007 i magistrati di Monaco di Baviera hanno richiesto l’arresto di 13 presunti agenti della CIA in relazione al sequestro del tedesco-libanese Khaled el Masri, con l’accusa di privazione della libertà e di aver provocato pericolose lesioni.
  2. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha detto che la Polonia ha permesso alla CIA, tra il 2002 e il 2003, di detenere nel suo territorio due uomini sospettati di essere membri di al Qaida, violando la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha ordinato alla Polonia di risarcire i due uomini con 230mila euro.
  3. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha poi condannato Lituania e Romania per aver violato i diritti umani di due detenuti torturati dalla CIA, imponendo ai due Paesi di risarcire i due uomini con una somma pari a 100mila euro.
  4. Il 13 dicembre 2012 sempre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Repubblica di Macedonia per complicità in un’operazione di extraordinary rendition della CIA ai danni di Khaled El-Masri, un cittadino tedesco.

Un recente rapporto pubblicato da OSJI (Open Society Justice Initiative) ha documentato ben 136 vittime identificate del programma di detenzioni segrete ed extraordinary renditions. Secondo i dati più aggiornati, almeno 54 Stati distribuiti su tutti e cinque i continenti hanno partecipato nel programma di extraordinary renditions. L’ex Presidente Bush ha ammesso che circa 100 prigionieri sono stati detenuti segretamente dalla CIA, ma il Governo Americano ha identificato solo 16 “high value detainees”: individui detenuti segretamente in prigioni della CIA prima di essere trasferiti a Guantanamo Bay.

Professor Saccone, chi sono e come agiscono gli agenti segreti americani?

Gli Stati Uniti hanno ben 17 agenzie di intelligence, la più antica delle quali è l’Office of Naval Intelligence facente capo alla Marina Militare a stelle e strisce, fondata nel 1882, mentre la più recente è Space Delta 7, il corpo di raccolta informazioni della United States Space Force, istituito nel 2020. Il numero di persone che lavorano in questi apparati e nell’ampio e complesso network di imprese, organizzazioni e think tanks ad essi collegati è stimabile in diverse centinaia di migliaia di persone, tanto che nel 2010 il Washington Post aveva indicato in 854mila il numero di individui che (secondo una stima al ribasso) avevano accesso a informazioni classificate con diversi livelli di segretezza in ambiti strategici per la sicurezza nazionale. Con un budget di circa 100 miliardi di dollari.

E quelli italiani?

La struttura italiana è molto meno complessa. Basta rileggere la legge 124 del 2007 per capire come siamo organizzati: un servizio interno e un servizio esterno. Poi il DIS rafforzato con la Legge 33/2012. Un’articolazione del Sistema che permette così di “affrontare il cambiamento con il cambiamento”, adeguando le proprie strutture al mutevole contesto, secondo le direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri, coadiuvato dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica a salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini.

Chiaro. Ci spiega il “paradosso” del contrasto di leggi USA e Italia, che ha portato all’incriminazione degli agenti e dei funzionari della CIA nel caso Abu Omar?

Il paradosso sta nel fatto che gli americani hanno normato queste operazioni e la copertura politica è stata totale. In Italia si sarebbe operato al di fuori del contesto normativo, tant’è che, se non ci fosse stata l’apposizione del Segreto di Stato, è possibile che ci sarebbero state pesanti condanne per i funzionari del SISMI, qualora ritenuti colpevoli.

Viene comunque internazionalmente riconosciuto, che le autorità giudiziarie italiane siano state le uniche sinora in grado di accertare la responsabilità degli agenti della CIA, successivamente graziati da due Presidenti della Repubblica. Giorgio Napolitano ha concesso la grazia al colonnello Joseph Romano e il Presidente Sergio Mattarella ha firmato la grazia per Betnie Medero e Robert Seldon Lady, tutti coinvolti nel sequestro dell’imam Abu Omar e condannati in Italia. Gli altri non sono stati estradati dagli Stati Uniti.

Il processo ha creato attriti tra l’intelligence dei due Paesi, Italia e Usa?

Non penso ci possa essere un interesse a creare attriti. Purtroppo, le cose accadono e vanno gestite. L’importante è sempre la correttezza nel rapporto con un Paese amico e alleato. Ricordo un’operazione dei tedeschi in territorio italiano, effettuata senza avvisare il Servizio. Purtroppo per loro l’iniziativa non passò inosservata e ci fu una dura reprimenda verso il BND. Nonostante ciò, a scuse ricevute, continuarono le relazioni amichevoli.

L’Italia è una nazione strategica per gli Stati Uniti e con che ruolo?

L’Italia è Partner strategico in ragione della sua posizione di porta d’accesso all’Africa e l’influenza sull’area balcanica.

Sul fronte geostrategico, anche alla luce degli scenari di cambiamento e del riassetto del sistema internazionale che vede e vedrà gli Stati Uniti sempre più concentrati nell’area indo – pacifica, diversi sono gli ambiti in cui l’alleanza rafforzata tra Italia e Stati Uniti può creare benefici comuni.

Il primo riguarda il rafforzamento del fronte sud della NATO e la stabilizzazione delle regioni del Medio-Oriente e del Nord Africa (MENA), aree in cui si registrano forti incrementi di instabilità.

L’Italia è tra i dodici Paesi fondatori dell’Alleanza Atlantica, il quinto Paese contributore insieme a Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia e il secondo Paese al mondo dopo la Germania per numero di soldati americani ospitati. Tutto ciò ne fa un pilastro portante dell’organizzazione per la difesa e la pace internazionale.

Mancini ha detto di non essere stato coinvolto. Era possibile, anche alla luce della telefonata intercorsa tra lui e Pignero e intercettata?

I legali di Mancini, che ricordo è stato inizialmente condannato a 9 anni di reclusione, hanno argomentato sottolineando come, attesa  l’apposizione del Segreto di Stato, il loro assistito non avesse più gli strumenti per difendersi e quindi non potesse essere condannato. Alla luce di queste considerazioni appare chiaro che è impossibile valutare il ruolo del funzionario, dovendoci limitare alle considerazioni emerse solo nelle prime fasi del procedimento e degli elementi di prova raccolti dall’accusa.

Ci approfondirebbe il vincolo del Segreto di Stato, per meglio capire le dinamiche?

Il Segreto di Stato è un vincolo posto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, mediante apposizione, opposizione o conferma dell’opposizione , su atti, documenti, notizie, attività, cose e luoghi la cui conoscenza non autorizzata può danneggiare gravemente gli interessi fondamentali dello Stato. Si tratta di un atto politico che può essere disposto esclusivamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, in quanto vertice del potere esecutivo.

La costruzione dell’Istituto, concepito quale elemento di tenuta dell’intero sistema democratico, è volta da un lato, attraverso la previsione di limiti e garanzie, a circoscrivere e regolare l’utilizzo del Segreto di Stato, dall’altro ad assicurarne l’effettività, limitando l’accesso alle notizie tutelate da questo vincolo a un numero estremamente ristretto di soggetti.

In tale quadro il legislatore ha disciplinato anche il rapporto tra Segreto di Stato e processo penale, stabilendo che l’esistenza del Segreto di Stato impedisce all’Autorità giudiziaria l’acquisizione e l’utilizzo, anche indiretto, delle notizie sottoposte al vincolo, fermo restando la possibilità per il giudice di ricorrere ad altri strumenti di prova, purché gli stessi non incidano sul medesimo oggetto. Pertanto, il Segreto di Stato:

  1. impedisce all’Autorità giudiziaria l’acquisizione e l’utilizzazione delle notizie sulle quali è apposto;
  2. si differenzia dalle classifiche di segretezza, la cui attribuzione ha natura di atto amministrativo, che non sono opponibili all’Autorità giudiziaria.

Quanto ai limiti e alle garanzie, la legge 124/2007:

  1. esclude tassativamente che il Segreto di Stato possa riguardare informazioni relative a fatti eversivi dell’ordine costituzionale o concernenti terrorismo, delitti di strage, associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale di tipo politico-mafioso;
  2. limita la durata del vincolo a 15 anni, ulteriormente prorogabili dal Presidente del Consiglio dei Ministri per un periodo che non può complessivamente superare i 30 anni;
  3. impone al Presidente del Consiglio dei Ministri di comunicare i casi di conferma dell’opposizione del Segreto di Stato al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, indicandone le ragioni essenziali. Su richiesta del Presidente del COPASIR, il Presidente del Consiglio dei Ministri è tenuto a esporre, in una seduta segreta, il quadro informativo idoneo a consentire l’esame nel merito della conferma dell’opposizione del Segreto di Stato. Se ritiene infondata l’opposizione, il Comitato ne riferisce a ciascuna delle Camere per le conseguenti valutazioni;
  4. fa obbligo al Presidente del Consiglio dei Ministri di motivare l’opposizione e la conferma dell’opposizione del Segreto di Stato. Avverso tali atti può essere sollevato un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, alla quale il Segreto non può in alcun caso essere opposto. Infine, la legge 124/2007 dispone che, nel caso in cui l’opposizione del Segreto di Stato determini un contrasto con l’Autorità giudiziaria, a decidere debba essere la Corte Costituzionale, organo nei cui confronti il Segreto di Stato non può essere mai opposto, come già sottolineato.

Risulta che il governo italiano abbia dichiarato di non essere a conoscenza della rendition di Abu Omar: era plausibile che i servizi non lo avessero comunicato?

Non lo so, ma provo a fare un ragionamento. Qualora la fattispecie fosse quella ipotizzata dai magistrati, non appare verosimile che il Direttore non abbia condiviso l’operazione con il Ministro della Difesa ed è anche poco probabile che il Ministro non ne abbia parlato con il Presidente del Consiglio, che, come è noto, sul tema ha apposto il Segreto di Stato. Sappiamo che sono stati quattro i Presidenti del Consiglio ad apporre il Segreto di Stato: Prodi, Berlusconi, Monti e Letta. Penso sia verosimile ipotizzare che gli USA abbiano fatto pressione per utilizzare questo strumento che, come abbiamo visto, ha reso inefficaci le indagini. La magistratura ha resistito, c’è stato un conflitto di attribuzioni e la Corte Costituzionale ha risolto il conflitto a favore della Presidenza del Consiglio. La Cassazione conseguentemente ha subito decretato il proscioglimento degli imputati.

Come lavoravano in Italia gli agenti della CIA?

Le faccio un paio di esempi. Nel 2010 il Governo americano, per aggirare il blocco di Facebook del regime cubano, finanziò segretamente attraverso l’USAID, l’agenzia per la cooperazione allo sviluppo, il social network Zun- Zuneo,  che aveva come obiettivo diretto quello di creare le condizioni per una sollevazione popolare a Cuba. Attraverso questo social, venivano messe in circolazione nell’isola caraibica, dall’Intelligence americana, parole d’ordine, tesi, notizie, punti di vista in grado di creare il malcontento nella popolazione dell’isola.

Altro esempio: in Nicaragua, quando nel 2007 al potere sono tornate forze sandiniste e l’ambasciata americana a Managua ha utilizzato tutte le armi a sua disposizione per supportare il partito di destra dell’Alleanza Liberale (ALN). Nel 2007 in un incontro tra l’Ambasciata e i dirigenti dell’ALN si spiegò come gli USA “non fornivano diretta assistenza ai partiti politici, ma – per bypassare le restrizioni – suggeriva che l’ALN si coordinasse in modo più amichevole e diretto con le ONG che potevano ricevere fondi americani”. In Italia, essendo alleati e atteso il rapporto di fiducia reciproco, non penso ci possano essere attività di ingerenza così spinta. Sono certo che, laddove possibile, le operazioni si concertano.

Rimane però inteso, e lo dimostrano le dichiarazioni di Edward Snowden prima e di Assange poi, che la necessità informativa degli Stati Uniti si sviluppa in tutto il mondo e quindi anche nel nostro Paese. Per meglio capire gli interessi della CIA, ricordo le dichiarazioni (7 febbraio 1975) del suo Direttore William Colby, che comunica a Henry Kissinger, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, che fonti della CIA avrebbero segnalato subito dopo il 1968 una diminuzione dei sostegni finanziari diretti e indiretti da Mosca al PCI.

Concludendo, qual è il suo pensiero?

Come vede siamo in situazioni complesse, spesso avvolte dai massimi livelli di segretezza, in quanto relativi ad accordi tra Stati che vogliono garantire la maggior sicurezza possibile ai propri concittadini. Prima di giudicare bisognerebbe capire, ma per capire bisognerebbe esserci.

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