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Arcipelago Libri: “Il mestiere del potere” di Alberto Cattaneo

Arcipelago Libri: “Il mestiere del potere” di Alberto Cattaneo

Arcipelago libri, la speciale rubrica di S News a cura di Cristhian Re, nata nel 2016 per l’approfondimento letterario di settore, rappresenta un momento destinato alla riflessione e alla promozione culturale.

Oggi presenta la recensione a “Il mestiere del potere” di Alberto Cattaneo.

Arcipelago Libri e la Redazione di S News desiderano dar voce ai molti autori ed alle loro opere, quindi, se si desiderano segnalare libri o se gli autori stessi desiderano presentare la loro opera, si può contattare la Redazione di S News, scrivendo a redazione@snewsonline.com.

Buona lettura!

la Redazione


ARCIPELAGO LIBRI
: “IL MESTIERE DEL POTERE” DI ALBERTO CATTANEO. RECENSIONE DI CRISTHIAN RE, S NEWS

Padre: Io non ho mai torto.
Figlio: Ma non puoi avere sempre ragione.
Padre: Se il tuo lavoro è avere ragione non hai mai torto.
Figlio: Ma se hai torto?
Padre: Diciamo che tu difendi la cioccolata e io difendo la vaniglia. Ora, se io ti dicessi che la vaniglia e il miglior gusto del mondo tu diresti: “No, è la cioccolata”. Ma non puoi convincere me. Quindi io ti chiedo: “Per te la cioccolata è la fine del mondo in fatto di gelati, vero?”
Figlio: Per me è il più buono, non esiste nessun altro.
Padre: Ah, per te esiste solo la cioccolata.
Figlio: Sì, non ho bisogno di altro.
Padre: A me invece non basta la cioccolata e non mi basta nemmeno la vaniglia. Quello che voglio è la libertà e la scelta quando si tratta di gelato. E questa è la definizione di libertà.
Figlio: Non stavamo parlando di questo però.
Padre: Io stavo parlando di questo però.
Figlio: Ma non hai dimostrato che la vaniglia è meglio.
Padre: Non serve. Ti ho dimostrato che hai torto. E se tu hai torto, io ho ragione.
Figlio: Ancora non mi hai convinto papà.
Padre: Sì, ma io non punto a te. Punto a loro.

[Dialogo tra un padre lobbista e il figlio, tratto da una scena del film ThankYou for Smoking di Jason Reitman]

Il lobbista di lungo corso Alberto Cattaneo, innamorato del proprio mestiere, ci tiene a sottolineare subito che potere e politica sono due cose diverse: il compito della politica è scegliere, il potere deve, invece, realizzare. Ammette che i lobbisti detengono un loro potere di influenza e persuasione, ma alla fine è sempre la politica a decidere. Il politico, infatti, deve fare i conti con il consenso, il lobbista con i risultati.

L’autore del “taccuino” sdogana un termine da lungo tempo additato, condannato e censurato nel nostro Paese (a differenza di altri come USA e Francia), senza mai cedere all’autoreferenzialità, all’autocompiacimento e al soggettivismo. I media hanno la principale responsabilità di quell’immagine poco edificante ormai diffusa: attore borderline, che si muove tra lecito e l’illecito, che ignora qualsiasi precetto morale, vicino al malaffare e al mondo della corruzione, quasi sempre legato a scandali politici o episodi di mazzette. Toccanti le pagine (69-70) in cui Cattaneo cerca di spiegare al padre tabaccaio il proprio lavoro.

Notevole lo sforzo teso alla valorizzazione della professione e alla codificazione di talune caratteristiche/requisiti individuali necessari per le attività cui il lobbista è chiamato a svolgere: uomo ombra, professionista invisibile, divoratore di libri, conoscitore degli uomini e delle loro emozioni, curioso, risolutore di problemi, dotato di intelligenza di contesto, di quella relazionale e competenza sugli aspetti formali e informali dei processi legislativi.

Grazie all’approccio scientifico di Cattaneo scopriamo l’esistenza di varie lobby: quella legislativa, relazionale e professionale. Con lui rileggiamo mostri sacri come Machiavelli, Weber, Popper, Arendt, Hobbes, Hegel, Kant, Nietzsche, SunTzu. Per il merito del suo eclettismo rivediamo anche scene di celebri pellicole come ThankYou for Smoking, Casino Jack o di serie televisive come House of Cards.

In Italia, in assenza di un registro che obblighi (come negli USA) o incentivi (come nelle UE) i lobbisti a contarsi, non sappiamo esattamente quanti siano (forse duemila), che profilo anagrafico abbiano, il tipo di studi, la carriera professionale alle spalle, ecc. Si tratta evidentemente di una professione in evoluzione.

Degno di particolare menzione il capitolo finale dedicato alla bibliografia e ai ringraziamenti. Una sorta di “farmacia spirituale”, fatta di presenze di autori e opere che accompagnano in questa prigionia di vita, della quale ognuno dovrebbe munirsi e rifornirsi nel corso della propria esistenza. I maestri – ricorda l’autore – non si cercano, si trovano; ma, per imbattersi nel maestro giusto, bisogna sapere che c’è qualcuno in giro per il mondo che fa al caso nostro e riuscire a riconoscerlo anche se non ci chiama a sé.

di Cristhian Re


Cristhian-Re

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