Umberto Saccone: L’evoluzione della minaccia terroristica
Umberto Saccone, Presidente del Consiglio di Amministrazione di IFI Advisory, approfondisce nell’articolo che segue una tematica di estrema attualità e di cogente delicatezza.
1. Il Report di Pool Re
Il Gruppo assicurativo britannico Pool Re ha di recente diffuso un documento (Terrorism Threat and Mitigation Report)¹ che contiene un’analisi dettagliata e stimolante dell’evoluzione della minaccia terroristica dal 2014 ad oggi. Pool Re ha acquisito con il tempo un ruolo molto influente anche in ambiti diversi da quello assicurativo ma ad esso strettamente collegati (politico e di sicurezza). Il suo obiettivo principale è fornire un’efficace protezione finanziaria alle imprese del Regno, assicurando beni e proprietà per oltre tre mila miliardi di sterline il tutto il Paese.
Pool Re si è dotato di un Terrorism Research and Analysis Centre (TRAC) che mira a migliorare la conoscenza del rischio terroristico attuale ed emergente, operando nell’interesse dei clienti e delle istituzioni. Collabora strettamente con le autorità britanniche: il Sunday Times, edizione domenicale del Times, lo ha definito, il 23 dicembre scorso, “the government-backed terrorism reinsurer”.
L’attenzione del Rapporto, sia pure focalizzata sulla minaccia al Regno Unito, si traduce in una analisi di carattere generale. Dati e valutazioni interessano anche gli altri Paesi europei: tutto il mondo occidentale deve confrontarsi con una minaccia che, per quanto si manifesti talvolta in forme diverse, è portata da individui e gruppi della stessa ispirazione, con metodologie affini e contro obiettivi simili.
La dimensione raggiunta dalla minaccia terroristica nel periodo 2014-2018 è evidenziata dai numeri che seguono:
– oltre 4.340 attacchi compiuti in tutto il mondo (100 in Europa);
– 32.053 vittime.
Il 46% degli attacchi è stato compiuto in Medio Oriente e Nord Africa (di essi, il 48% in Iraq). Nel periodo considerato, nel Regno Unito sono stati registrati 8 eventi terroristici (4 nel 2017), con 37 morti e 261 feriti.
L’analisi degli attacchi compiuti in Europa dal 2017 indica che la maggior parte di essi è stata portata a termine da individui influenzati e guidati da gruppi estremisti o che si sono “auto-radicalizzati” e che hanno utilizzato metodologie a basso contenuto di tecnologia. Gli obiettivi principali sono stati, oltre ad esponenti delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni, anche luoghi affollati. Terroristi “homegrown”, ispirati ma non necessariamente guidati da Daesh (ISIS) e da Al Qaeda (AQ), rimangono il principale problema. Attacchi compiuti da militanti ritornati dai teatri di guerra medio-orientali non possono essere esclusi, come non possono essere esclusi attacchi di altro profilo da parte di Daesh e da AQ. L’obiettivo principale di quest’ultima organizzazione rimane probabilmente il settore dell’aviazione civile (velivoli e aeroporti).
Anche se l’attività di movimenti radicali di estrema destra rappresenta un rischio concreto, l’estremismo di matrice islamica rimane la minaccia principale per il prossimo futuro e Daesh è ancora considerato “the most effective global entity”.
Dopo le sconfitte subite in Siria e in Iraq, Daesh è entrato, forse volontariamente, in un “survival mode” per poter attuare le sue opzioni: riacquistare la propria capacità, raggrupparsi e riarmarsi. Tuttavia, la sua ideologia è lontana dallo scomparire. Infatti, di recente stanno emergendo gruppi affiliati a Daesh in Afghanistan, Yemen e Asia sud-orientale. Secondo Ali Soufan (voce autorevole nel settore del contrasto al terrorismo), la frammentazione dello Stato Islamico potrebbe portare alla nascita di nuovi gruppi, in alcuni casi più violenti e più capaci del nucleo originale dell’organizzazione. È possibile, in tale quadro, che l’Afghanistan torni ad essere una sorgente del terrorismo jihadista e una base operativa sia per AQ sia per Daesh. La Khorasan Province, branca di Daesh che ha il suo focus in questo Paese, ha intensificato la sua attività ed è considerata dai comandi della Coalizione internazionale che sostiene il governo di Kabul una minaccia per la sicurezza nazionale dei loro Paesi. Questa deriva è stata rilevata in precedenza nello Yemen, dove il gruppo locale affiliato ad AQ (AQAP) ha dimostrato di avere la capacità di colpire anche obiettivi occidentali.
ATTENTATI PIÙ GRAVI DAL 2015
Per quanto riguarda il Regno Unito, il livello della minaccia terroristica difficilmente potrebbe diminuire nei prossimi due anni anche se nel 2018 si è registrata una riduzione del 22% del numero degli arresti rispetto al 2017, in cui erano aumentati a seguito dei quattro attentati compiuti in quell’anno. In ogni caso, le persone in carcere con accuse di terrorismo sono 351 e di queste l’82% è sospettato di legami con l’estremismo islamico. Va anche aggiunto che dei circa 900 foreign fighters britannici che negli ultimi anni hanno lasciato il Regno Unito per andare a combattere in Siria o in Iraq, il 40% è ritornato in patria, il 20% è morto in combattimento: ne rimangono 360. Le persone considerate a rischio più alto sono circa 3.000, sulle quali deve concentrarsi l’attività investigativa delle strutture di intelligence e sicurezza. Bisogna anche prendere in considerazione gli individui che lasciano il carcere perché hanno scontato la pena. Alla fine del 2021 solo 40 dei 195 arrestati negli anni dal 2007 al 2016 saranno ancora in stato di detenzione. Fortunatamente, il tasso di recidiva per crimini di terrorismo è del 10-20%, quindi più basso che in altre fattispecie di crimini dove può raggiungere anche il 50%.
In conclusione, per quanto riguarda l’evoluzione della minaccia per il Regno Unito, si prevede: un persistente e forse accresciuto rischio di attacchi da parte di Daesh e AQ (alcuni potrebbero essere più gravi di quelli del 2017), una maggiore frequenza di tentativi di attentati da parte di gruppi estremisti di destra, la continuazione della minaccia da parte di gruppi come il new IRA.
La maggior parte degli attacchi compiuti dal 2014 ha visto l’impiego di armi da fuoco, che è stata la metodologia più usata in tutte le regioni tranne l’Europa, l’Asia Centrale e il Sud Pacifico, dove queste armi sono generalmente sottoposte a controlli più stringenti. Per contro, gli attacchi con esplosivi (attentati suicidi o autobombe) si sono concentrati in Africa, Asia Meridionale e Medio Oriente.
Nel periodo in esame si è notato nell’Europa continentale un passaggio da “attacchi diretti dall’estero” (concepiti e pianificati fuori dall’Europa) a “attacchi ispirati” (eseguiti da individui con limitata connessione con gruppi attivi in altri teatri). Nel 2015, il 57% degli individui coinvolti in attacchi di matrice islamica era diretto da gruppi stranieri; nel 2016, tale percentuale era scesa al 19%. Nel 2018 tutti gli attacchi registrati in Europa sono stati portati a termine da individui “ispirati”. In Gran Bretagna, il coinvolgimento diretto di gruppi stranieri è emerso nell’attentato alla Manchester Arena. Gli individui responsabili di attentati di matrice islamica in Europa mostrano frequentemente caratteristiche comuni: il 44% aveva la residenza nel Paesi dove si è svolto l’attacco; almeno il 34% aveva ricevuto una condanna per reati criminali; il 38% era noto alla polizia e inserito nelle liste dei potenziali terroristi.
Un capitolo del Rapporto è dedicato al Risk Management and Mitigation. Tra le misure da evidenziare al riguardo si segnala l’avvio dell’aggiornamento della legge che disciplina i contratti di assicurazione per includere anche la copertura delle perdite causate da una interruzione dell’attività dovuta ad eventi terroristici che non producono danni materiali alle proprietà. L’iter legislativo dovrebbe essere completato entro il 2019.
Attraverso il TRAC, Pool Re fornisce ai propri clienti le informazioni necessarie per meglio valutare i profili di rischio e adeguare anche la copertura assicurativa. Altre iniziative riguardano lo sviluppo del Vulnerability Self-Assessment Tool (VSAT), l’organizzazione di corsi per l’addestramento alla gestione del rischio terroristico, il miglioramento della collaborazione internazionale mediante l’International Forum of Terrorism Risk (Re)Insurance Pool (IFTRIP) che offre l’opportunità di uno scambio di informazioni e di esperienze per ridurre il rischio di danni economici in caso di eventi terroristici.
Il capitolo finale del documento riguarda le metodologie di attacchi non convenzionali: con questo termine si intendono gli attacchi CBRN, quelli con droni e con l’impiego di apparati cyber.
L’impiego di aggressivi chimici rimane una possibilità reale, come evidenziato dal tentativo di usare acido solfidrico (H2S) in un attentato sventato in Australia e attribuito al Daesh. Attacchi di questo tipo sono relativamente facili da organizzare perché le sostanze necessarie possono essere acquistate legalmente o, come l’H2S, prodotte seguendo istruzioni diffuse su Internet. L’aviazione civile è particolarmente vulnerabile ad attacchi con sostanze chimiche.
Al contrario, l’impiego di sostanze radiologiche e nucleari, per quanto possibile, è altamente improbabile perché questi materiali sono generalmente sottoposti a controlli e lo stoccaggio è ben monitorato dalle autorità.
Secondo il rapporto particolari attenzioni devono essere dedicate alla possibilità di impiego di droni per finalità terroristiche. Nel Regno Unito, una nuova legge entrata in vigore il 30 luglio 2018 impone ulteriori restrizioni all’uso di velivoli senza pilota, che non possono volare a quote superiori a 400 piedi o entro un raggio di un chilometro dal perimetro di un aeroporto. Questi provvedimenti, ed altri che potrebbero essere operativi entro breve tempo, non cambiano la probabilità di un impiego di droni per un attacco, anche contro obiettivi diversi da uno scalo aereo, come già verificatosi in vari Paesi.
2. Avvistamento di droni sull’aeroporto di Gatwick e chiusura dello scalo
I rischi rappresentati per la sicurezza dei collegamenti aerei dalla progettualità terroristica dei gruppi jihadisti sono stati oggetto di un vertice tenuto alla metà di dicembre dal Ministro della sicurezza britannico Ben Wallace e al quale hanno partecipato dirigenti degli aeroporti del Paese. Il Ministro ha sottolineato che dopo il declino di Daesh, AQ sta cercando di riaffermarsi come principale gruppo terroristico mondiale e che un attacco spettacolare contro l’aviazione civile sarebbe il suo biglietto da visita. I terroristi starebbero progettando nuove armi per abbattere un aereo commerciale e potrebbero impiegare droni carichi di esplosivo per distruggere un obiettivo chiave.
L’allarme lanciato dal Ministro e dal Rapporto di Pool Re contribuisce a spiegare le preoccupazioni suscitate nei responsabili dell’aeroporto di Gatwick (il secondo più importante della capitale britannica, dopo Heathrow) dall’avvistamento di droni in volo in prossimità dello scalo (19 dicembre). Per tre giorni, l’attività dell’aeroporto è stata sospesa o fortemente limitata, più di mille voli sono stati cancellati e 140.000 passeggeri hanno dovuto rivedere i loro programmi di viaggio.
La polizia ha compiuto indagini frenetiche, arrestando una coppia (Paul Gait e Elaine Kirk) residente in una località vicina; i due sono stati tuttavia rilasciati dopo 36 ore perché gli indizi a loro carico si sono dimostrati inconsistenti. Contemporaneamente, è stata data priorità ai piani per dotare la polizia aeroportuale di sistemi SkyWall 100 che lanciano una granata contenente una rete: in prossimità del drone, questa si apre e lo avvolge facendolo scendere a terra appeso a un paracadute. Il sistema sarebbe già in dotazione a un gruppo di agenti in servizio all’aeroporto di Heathrow.
La vicenda ha suscitato accese polemiche: le autorità sono state accusate di aver ignorato i warning lanciati dai piloti e dai controllori del traffico aereo. Altri esperti hanno dichiarato che quanto successo a Gatwick evidenzia l’impreparazione e la vulnerabilità del Paese di fronte a minacce di questo tipo. Non basta approvare una legislazione molto stringente sull’impiego di droni, bisogna essere in grado di farla applicare e impedire le violazioni: è quanto dichiarato da Kenneth Quinn, responsabile della Global Aviation alla Baker McKenzie law firm.
di Umberto Saccone,
Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ifi Advisory
¹ https://trac.poolre.co.uk/docs/terrorism_threat_and_mitigation_report_2018.pdf