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IFI Advisory: il Risk Management e la Pandemia

IFI Advisory: il Risk Management e la Pandemia

IFI Advisory, con il suo Presidente Umberto Saccone, è la protagonista della Cover Story del numero 53 di S News. Tema centrale della story è il fatto che anche i rischi pandemici possono essere affrontati con un corretto processo di Risk Management.

Saccone, nell’approfondire la tematica, analizza l’attuale situazione molto critica, contrassegnata da una “incertezza permanente”, come lui stesso la definisce.

Con la sua inconfondibile chiarezza di visione e profondità d’indagine, nel rispondere alle domande dell’intervista, Saccone delinea soluzioni, ruoli, piani e processi.

Scevro di qualsiasi cedimento ad una visione pessimistica o non costruttiva, con la verve che lo contraddistingue non manca di essere diretto nella apodittica argomentazione che si conclude con un messaggio adamantino.

Buona lettura!

IFI ADVISORY: IL RISK MANAGEMENT E LA PANDEMIA

Stiamo indubbiamente attraversando una fase molto critica della nostra storia e quindi delle nostre vite. Come pensa ne potremo uscire?
In un mio recente libro riportavo una frase di Albert Einstein, per me illuminante e piena di positività: “Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso, senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. L’unico pericolo della crisi è la tragedia che può conseguire al non voler lottare per superarla.”

Nulla di più attuale e certamente uno sprono a confrontarci con le crisi e cercare di gestirle attraverso percorsi corretti di Risk Management.

La situazione di incertezza permanente, nella quale si agisce quotidianamente, rende qualsiasi soggetto particolarmente vulnerabile a rischi di varia tipologia e intensità. Per poter prendere delle decisioni non basta conoscere il contesto nel quale ci si muove: bisogna valutare l’impatto che le nostre scelte e quelle degli altri soggetti hanno sull’ambiente nel quale si agisce. Oggi si è in presenza di ambiti sempre più dinamici, dove i profondi legami di interdipendenza rendono particolarmente difficile sviluppare strategie di azione precise, senza corretti piani di Risk Management.

Quindi il Risk Management come soluzione?
Il Risk Management si propone come utile strumento per cercare di individuare, analizzare, prevenire ed in ultima istanza gestire i rischi, siano essi economici, finanziari, commerciali, di security, di safety, oppure identificati come strategici, finanziari, operativi. Qualsiasi classificazione e qualsiasi approccio si adotti, è indubbio che un’impresa ha la necessità di sviluppare un modello di gestione dei rischi, sia al fine di tutelarsi da eventuali danni, sia per sviluppare strategie di azione che permettano di individuare opportunità positive e che, in generale, consentano di operare con relativa sicurezza, in un ambiente denotato da un alto livello di incertezza. Negli ultimi anni, il tema del Risk Management si sta affermando in maniera preponderante nel panorama delle imprese, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. La globalizzazione, con tutte le incertezze e i relativi rischi, ha evidenziato la necessità di adottare modelli di gestione sempre più complessi e articolati.

Ma in un processo di Risk Management, qual è il ruolo degli stakeholders?
La definizione di stakeholders è alquanto ampia e può comprendere diverse tipologie di attori. Per questo motivo, è fondamentale impostare un’analisi che individui tutti, o i principali, portatori di interessi con cui sviluppare corrette comunicazioni e, se necessario, continue consultazioni.

L’identificazione dei gruppi di stakeholders legittimi in un’organizzazione può risultare alquanto ardua ed è comunque una fase estremamente soggettiva. Dipenderà infatti dal tipo di organizzazione che effettua questa identificazione, dall’attività o business che si persegue, dagli obiettivi strategici dell’azienda e, in ultima istanza, dalla tipologia di Risk Management implementato (ovvero, se integrato a tutta l’impresa, se impostato solo per alcune categorie di rischi, se si applica solo ad alcune funzioni aziendali o ad alcuni assets, ecc.).

Certo, con gli stakeholders bisogna confrontarsi. La comunicazione e le consultazioni sono un processo continuo, all’interno del sistema di gestione del rischio, ed è trasversale, ovvero si applica, o quantomeno si dovrebbe applicare, durante ogni fase del processo stesso. Parliamo di soggetti fisici o giuridici che possono influenzare, essere influenzati da, o percepire se stessi come influenzati da una decisione o un’attività.

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Quanto ritiene sia quindi indispensabile saper individuare anticipatamente tutti i rischi?
L’identificazione dei rischi è la fase prodromica ad ogni buon processo di Risk Management. L’obiettivo è quello di individuare, riconoscere e registrare i rischi per un’azienda attraverso un processo sistematico e strutturato. Nulla si improvvisa!

Lo scopo ovviamente è quello di creare una lista estremamente esaustiva delle fonti di rischio, che potrebbero avere degli effetti sugli obiettivi aziendali e, di fatto, sull’intera impresa.

Ovviamente ha valore non solo individuare le fonti di rischio, ma assume valenza cercare di capirne le cause. Tutto ciò attraverso lo sviluppo di una metodologia di riconoscimento dei rischi, strettamente connessa all’analisi di contesto. L’approfondimento del contesto è funzionale allo sviluppo dei parametri che devono essere rispettati nel processo di gestione del rischio. Si tratta di un prodromo, in quanto definisce il perimetro nel quale muoversi, la situazione corrente e gli obiettivi di fondo che si vogliono conseguire.

Questo processo è estremamente importante, in quanto sulla base delle sue risultanze vengono individuati, e quindi valutati e trattati, gli eventuali rischi. La definizione del contesto stabilisce l’ambiente complessivo in cui si articola l’operato di un’organizzazione e gli obiettivi che si prefigge l’ente.

È nella definizione del contesto che l’azienda chiarisce e articola i propri obiettivi, stabilisce l’ambiente interno ed esterno che forma il proprio quadro di riferimento e fissa il campo di applicazione, nonché i criteri per i passaggi successivi del processo di gestione del rischio.

E, tornando ad Albert Einstein, quale riflessione pensa di poter fare e quale messaggio trasmettere?
Penso che l’Italia grazie a questa crisi possa, anzi, debba rimettersi in moto.Un percorso difficile perché ci troviamo a doverci confrontare con una Pubblica Amministrazione che, citando Sabino Cassese, è il regno del bizantinismo, delle complicazioni e della corruzione.Carlo Cottarelli nel suo libro «I sette peccati capitali dell’economia italiana», ribadisce che ci muoviamo in un sistema con un eccesso di burocratismo, un numero di leggi disastroso, vincoli alle imprese, costo degli adempimenti burocratici e peso eccessivo dello Stato.
Più di recente, il ministro Riccardo Fraccaro ha osservato che «c’è chi tenta di ostacolare l’azione di governo» e che «nei palazzi c’è sempre chi difende lo status quo» e il vicepresidente del Consiglio dei ministri Luigi Di Maio ha definito la burocrazia «il lato oscuro dello Stato», lamentando che «il sistema dei mandarini di Stato ci rema contro». Lo stesso giorno il portavoce del Presidente del Consiglio dei ministri esprimeva, in forma più volgare e aggressiva, le stesse opinioni nei confronti del vertice amministrativo del Ministero dell’economia e delle finanze.

Infine, il Ministro dell’economia e delle finanze, il 7 novembre 2018, dichiarava a «IlSole24Ore»: «[…] La pubblica amministrazione non funziona per un eccesso sbagliato di regole e per l’avvicendarsi troppo frequente di ministri. Ogni volta che cambia governo, il funzionario pubblico si sente dire dal ministro che le regole cambieranno. Per cambiarle, tuttavia, ci vuole tempo e il funzionario pubblico sa che il governo successivo le cambierà ancora. Il suo comportamento razionale è perciò di non cambiare nulla». Quindi una fotografia della Pubblica Amministrazione pietosa che necessariamente deve essere riformata consci che la vera crisi è l’incompetenza”.

a cura di Monica Bertolo

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UMBERTO SACCONE è Amministratore Unico della società di consulenza IFI Security e Presidente della controllante IFI Advisory. Ha trascorso 33 anni della sua vita professionale nell’Arma dei Carabinieri e nel Servizio di Intelligence Nazionale SISMi. Nel 2006 ha lasciato il Servizio per andare a ricoprire l’incarico di Direttore della Security dell’ENI, la prima società quotata in Italia e una delle big companies nel settore oil&gas. Nell’aprile 2017 è stato nominato amministratore Unico della Port Authority Security dei Porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Società in house ad intero capitale pubblico soggetta a controllo analogo, coordinamento e direzione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale. Ha scritto pareri ed articoli per numerosi giornali e riviste specializzate. Autore di numerosi libri tra i quali “La security aziendale nell’ordinamento italiano”, pubblicata nel 2011 dal Sole 24 Ore e “Governare il rischio – Un sistema di security management” – pubblicato nel Novembre 2014 da Aracne Editrice. È anche coautore del volume “Uno sguardo sul mondo 2.0”, pubblicato nel 2013 da Elvetica Edizioni, e coeditore della norma per il tavolo “Tutela delle Infrastrutture Critiche” di UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Nel maggio 2019 ha pubblicato “Protocollo S – Sequestro di persona”, con la casa editrice Aracne. Ha insegnato presso l’Università Cattolica di Milano e l’Università degli Studi di Roma “Link Campus University” dove dal luglio 2020 è Direttore del Master di II LivelloIntelligence & Security”. È Commendatore della Repubblica Italiana.

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